Lavorazione pianello tartufaia di tartufo nero pregiato con Aratruf

TARTUFAIA COLTIVATA, COSA SAPERE SULLA LAVORAZIONE DEL TERRENO

 

IL MONDO DELLA TARTUFICOLTURA VISTO DA FUORI

Dopo aver parlato con un tuo amico tartuficoltore sei rimasto affascinato da questo mondo e tu amante di agricoltura stai pensando di intraprendere questo percorso?!
Non voglio scoraggiarti, ma è bene sapere che il mondo della tartuficoltura è molto complicato con dei tempi estremamente lunghi. E’ importante conoscere a fondo ogni dettaglio per evitare di buttare tempo e denaro.

A primo acchito il tutto sembra piuttosto semplice:
Abito vicino una zona produttiva, metto a dimora sul mio terreno piante micorizzate, aspetto 5-8 anni, addestro un cane da tartufo e inizio a guadagnare.
Bene, queste sono le premesse ideali per un fallimento totale!!

COSA SAPERE PER AVERE UNA TARTUFAIA DI SUCCESSO

Un tartuficoltore deve anallizate una miriade di nozioni.
In una prima fase per eseguire uno studio di fattibilità sull’impianto della tartufaia facendo una stima sulle probabilità di successo.
A seguire, una volta deciso di eseguire l’impianto arboreo con piante micorizzate andranno acquisite nozioni sulle cure colturali da mettere in atto come:

Con questo articolo intendo focalizzare l’attenzione sulle lavorazioni del terreno da realizzare nelle tartufaie.

I BENEFICI DELLA LAVORAZIONE TERRENO NELLE TARTUFAIE

Le lavorazioni del terreno, eseguite con utensili o macchinari, hanno lo scopo di migliorare le condizioni fisico-meccaniche del suolo.
Gli obbiettivi primari della lavorazione del suolo nelle tartufaie sono:

  • Incremento porosità terreno: la rottura del terreno tramite azione meccanica permette un maggior arieggiamento favorendo lo sviluppo delle radici.
  • Incremento della permeabilità: la stessa rottura dello strato superficiale di terreno incrementa la permeabilità dello stesso; favorendo l’assorbimento ed il mantenimento di umidità in profondità e riducendo i ristagni dannosissimi per le tartufaie.
  • Decomposizione sostanza organica: le lavorazioni del terreno permettono di interrare e miscelare i residui organici presenti in superficie come foglie secche.
  • Riduzione delle erbe infestanti: grazie alle lavorazioni il manto erboso, concorrente delle micorizze, viene temporaneamente eliminato.
  • Potatura radicale: le lavorazioni di terreno sulle tartufaie hanno anche lo scopo di tagliare alcune radici.

SU QUALE TIPO DI TARTUFAIA ESEGUIRE I LAVORI

Quando si parla di lavorazioni terreno sulle tartufaie si fa riferimento principalmente alle sarchiature da realizzare sulle tartufaie di tartufo nero pregiato (Tuber Melanosporum) e più di rado sul tartufo bianco pregiato.
Le prove fatte sulle tartufaie di Tartufo nero estivo (Tuber Aestivum) e tartufaie di tartufo bianchetto (Tuber Borchii) non hanno dato buoni risultati e pertanto sono al momento sconsigliate.

LAVORAZIONI TERRENO TARTUFO NERO PREGIATO (TUBER MELANOSPORUM)

Per le lavorazioni delle tartufaie di Nero pregiato esistono 3 macro linee di pensiero che elenco di seguito. Queste radicali differenze sono giustificate dal fatto che da tartufaia a tartufaia ci possono essere importanti differenze e ciò che vale per una potrebbe essere distruttivo per un altra. Per questo motivo è bene affidarsi a tecnici esperti nel settore che siano in grado di analizzare i parametri necessarie per la definizione delle cure colturali migliori.

-Il primo metodo prevede la lavorazione completa della tartufaia alla fine del periodo di raccolta, coincidente con i mesi di febbraio e marzo subito prima della ripresa vegetativa della pianta simbionte.

-Il secondo metodo prevede la lavorazione del solo pianello, lasciando il resto della tartufaia inerbito.

-Il terzo metodo non prevede lavorazioni.

Per quanto riguarda la mia esperienza personale ho trovato il maggior giovamento con la lavorazione del solo pianello, eseguendo lo sfalcio delle erbe 1 – 2 volte all’anno.

Gli scopi principali della sarchiatura sono 2:
  • Dare sofficità al terreno
  • Potatura radicale

Per rendere il terreno più soffice dobbiamo frammentare e rompere in zolle il terreno.

Nell’eseguire questa operazione bisogna fare molta attenzione a non polverizzare il terreno che andrebbe a creare una crosta superficiale compatta e impermeabile.

La potatura radicale delle piante da tartufo consiste, come per la chioma, nel taglio di parte delle radici. Come per la parte aerea, anche le radici una volta tagliate tendono a generare nuovi getti radicali ideali per essere colonizzate da parte delle micorizze.
Un altro punto positivo della potatura radicale è spostare l’apparato radicale e di conseguenza anche la produzione di tartufo più in profondità.

Per far si che la radice tagliata generi nuove radici e non appassisca è importante tagliare la radice tartufigena piuttosto che piegarla o peggio girarla.

QUALI STRUMENTI UTILIZZARE PER LAVORARE LA TARTUFAIA

Iniziamo ad escludere tutti gli strumenti rotativi come la fresa. A causa del movimento rotativo e delle vanghine ad L tende ad arrotolare le radici che andranno a morire lentamente senza generare nuove radici. Un altro problema della fresa è quello di polverizzare troppo il terreno sopra il pianelli della tartufaia con i problemi detti sopra.

Lo strumento ideale per la lavorazione è quello manuale mediante l’utilizzo della zappa. Chiaramente questo tipo di lavorazione può essere eseguito solo su tartufaie di piccole dimensioni e da tartuficoltori piuttosto in forma… 🙂

Le lavorazioni meccaniche trainate da trattrice agricola vengono eseguiti con utensili simili a sterpatori. Nella mia zona un fabbro tartuficoltore ne ha realizzato uno ad hoc per le lavorazioni in tartufaie chiamato Aratruf. Questo particolare attrezzo è quello che consente una lavorazione del terreno più simile a quella manuale e grazie al costo piuttosto accessibile viene utilizzato da molti tartuficoltori.

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